giovedì, marzo 30, 2006

Il mostro della laguna nera


Il Mostro della laguna nera è una delle migliori trasposizioni visive del mito de "la bella e la bestia" mai realizzate. La sequenza più belle del film è quella in cui una splendida Julie Adams nuota nella laguna ignara del mostro che la osserva dal fondo e che ne imita i movimenti, arrivando perfino a sfiorarle il ventre con il proprio, in un'allusione più o meno velata di un rapporto sessuale. La regia di Jack Arnold cerca in ogni modo di risvegliare nel pubblico un senso di pietà e di affetto per la sua creatura, umanizzandola attraverso l'amore che prova per l'assistente della spedizione e l'operazione riesce in pieno. La realizzazione dell'uomo pesce è tecnicamente ben riuscita, attraverso una tuta di gomma realizzata da Bud Westmore, un esperto creatore di mostri, ed indossata da un sommozzatore professionista. Il film fu un successo al botteghino, tanto che fu imposto al regista di girarne un seguito.

La Frase:
"L'ignoto sembra sempre poco degno di fede"


Trama:

In Amazzonia una spedizione scientifica giunge in battello in una zona chiamata laguna nera, dove pare sia stato avvistata una strana creatura. L'essere effettivamente esiste e rivela una natura ostile decimando i membri della spedizione. Viene infine catturato, ma riesce a fuggire e, addirittura, con una barriera di tronchi, ad impedire che il battello abbandoni la laguna. Mentre i marinai e gli scienziati cercano di liberare la nave, il mostro esce dalle acque e cattura l'assistente della spedizione della quale si era innamorato. Il capo degli scienziati guiderà l'impresa per salvarla.

Scheda Tecnica:

Anno: 1954
Durata: 79 circa
Regia: Jack Arnold
Sceneggiatura: Harry Essex e Arthur Ross da un racconto di Maurice Zimm.
Con: Julie Adams, Richard Carlson, Richard Denning, Antonio Moreno
Direttore della fotografia: William E. Snyder (in 3D)
Direzione artistica: Bernard Herzbrun e Hilyard Brown
Montaggio: Ted J. Kent
Effetti speciali: Charles S. Welbourne
Trucco: Bud Westmore e Jack Kevan
Musica: Joseph Gershenson

Note:

Jack Arnold è nato nel 1916 a New Haven, Connecticut. Debutta come regista nel 1953 con «Ragazze nella notte» (Girls In the Night). Si cimentera in tutti i generi canonici del cinema hollywoodiano, facendosi apprezzare specialmente come regista di horror e film di fantascienza. Tra i suoi lungometraggi. «La vendetta del mostro» (Revenge of The Creature, 1955), «Tarantola» (Tarantula, 1955), «Radiazioni BX distruzione uomo» (The Incredible Shringking Man, 1957), «Ricerche diaboliche» (Monster on The Campus, 1958) e un piccolo capolavoro del genere cornico, «II ruggito del topo» (The Mouse That Roated, 1959).

giovedì, marzo 23, 2006

Il tassinaro



Pietro fa il conducente di taxi a Roma da quarant'anni, e ogni fine corsa rientra a casa dalla sua famiglia: la moglie " buzzicona" come la chiama amorevolmente il marito, il figlio studente di ingegneria alle prese con la dura realtà di un lavoro che non troverà mai e un padre, anziano ed amante della buona cucina.
Il lavoro e la "famiglia" due valori sacri per Albertone nazionale che sviscera, senza mai approfondire, i diversi temi ancora d'attualità di una città come Roma, alle prese con il traffico, la delinquenza, il potere, la frenesia.
A bordo del suo "Zara 87" tra clienti perversi, personaggi famosi, e gente comune, Alberto Sordi ci regala una grande prova d'attore, lucida, spontanea; Pietro/Alberto gigioneggia con qualsiasi tipo di interlocutore; da vedere e rivedere il memorabile il "duetto" anomalo con Federico Fellini e il monologo che fa "infartare" il texano di Dallas.
Una visione amara e pessimista quella di Sordi che non riesce ad affascinare certo per stile e direzione del film. Le inquadrature quasi sempre scontate, gli attori che non rendono come dovrebbero e non incidono, una fotografia e una scenografia alle prime armi, in una pellicola salvata solo da una grande interpretazione di Alberto Sordi, decisamente pessimo come regista.
Un film da ricordare per le singole scene in cui Sordi la fa da padrone, chapeau.

La frase:

Un little precisation America. Voi americani dite sempre la parola bastardo, lo sai perché? V'o dico io. Perché c'avete una lingua molto, ma molto povera. Perché se io mi volessi abbassare a rispondere al tuo bastard, che a noi ce fa proprio ride, io ti potrei dare (incalzante) del figlio di madre ignota, del rotto nel posteriore, ti potrei mandare a fare nel medesimo, potrei fare appello anche ai tuoi morti, con eventuale partecipazione de tu' nonno in carriola opzionale e coinvolgere tua sorella, notoriamente incline allo smandrappo e all'uso improprio della bocca, e allargà il discorso a quel grandissimo Toro Seduto de tu' padre, a sua volta figlio di una città di cinque lettere cantata da Omero, che tu 'n sai manco chi era perché sei ignorante. Are you ignorant!


Scheda tecnica:

Titolo:IL TASSINARO
Anno: 1983
Durata: 137
Genere: COMMEDIA
Produzione: ITALIAN INTERNATIONAL FILM
Distribuzione: DLF,DOMOVIDEO,SKORPION
Regia: ALBERTO SORDI
Attori:
GIULIO ANDREOTTI SE STESSO
LIU' BOSISIO CLIENTE MILANESE
FEDERICO FELLINI SE STESSO
GIORGIO GOBBI FIGLIO DI PIETRO
ANNA LONGHI MOGLIE DI PIETRO
ALESSANDRA MUSSOLINI ASPIRANTE SUICIDA
SILVANA PAMPANINI SE STESSA
JASON PICCIONI NIPOTE DI PIETRO
ALBERTO SORDI PIETRO MARCHETTI
MARILU' TOLO FERNANDA
ANGELO VILLA SUOCERO DI PIETRO
Soggetto: FURIO SCARPELLI e ALBERTO SORDI
Sceneggiatura: FURIO SCARPELLI e ALBERTO SORDI
Fotografia: SERGIO D'OFFIZI
Musiche: PIERO PICCIONI
Montaggio: TATIANA CASINI MORIGI
Scenografia: MASSIMO RAZZI

mercoledì, marzo 22, 2006

Essere e avere



Esistono ancora, un pò ovunque in Francia, delle scuole a classe unica che riuniscono intorno ad un unico maestro, o ad una maestra, tutti i bambini dello stesso villaggio, dall'asilo alla quinta elementare. Ed è questo che racconta il film girato in un qualche luogo nel cuore dell'Alvernia.
Le 4 stagioni segnano il tempo metereologico ma anche scolastico, in un piccolo villaggio in prevalenza di contadini ed allevatori francesi. Lo sguardo attento di Nicolas Philibert non fa altro che seguire le stagioni, il maestro e gli alunni in una pellicola viva, reale, allegra e malinconica allo stesso tempo. Gli "alunni/attori" hanno una forza straordinaria derivata appunto dal fatto di non recitare, non cercano di "assomigliare" a qualcosa ma lo SONO veramente. Il maestro, figio di emigranti spagnoli ha una pazienza senza pari e riesce a gestire con inteligenza e cura una classe mista. Un documentario che ci riporta indietro ai tempi della scuola, una scuola differente più simile ad una casa che alle sconfinate aule da 30 persone che troviamo nelle grandi città. La piccola classe e gli alunni ci regalano momenti di gioia in un'atmosfera irripetibile fatta di risate, litigi, disegni, incomprensioni, silenzi, pianti, dettati (chi non lo ricorda il dettato!), ricreazioni, punizioni, matite, giustificazioni, pennarelli, gite e mani sporche, fino all'addio della chiusura dell'anno scolastico, tra baci ed adii. Uno spaccato di vita, intenso e a tratti commovente. Bons congés maestro!Au revoir!

Scheda Tecnica:

Titolo originale: Être et avoir
Nazione: Francia
Anno: 2002
Genere: Documentario
Durata: 104'
Regia: Nicolas Philibert
Cast: Georges Lopez
Produzione: Canal+, Centre National de Documentation Pedagogique, Centre National de la Cinématographie, Gimages 4, Le Studio Canal+, Les Films d'Ici, Maïa Films, arte France Cinéma
Distribuzione: Bim

sabato, marzo 18, 2006

Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro




Sono tutti pollici verdi nel quartiere di Wallace e Gromit, e i due intraprendenti amici fanno ottimi affari con il loro sistema 'Anti-pest' che non fa vittime. Con l'avvicinarsi dell'attesissima competizione per piante giganti, Wallace e Gromit si renderanno conto che il sistema ha i suoi aspetti negativi, combinando un errore durante la luna piena che porterà una serie di conseguenze inaspettate.
Dopo Galline in fuga ecco un nuovo lungometraggio della premiata ditta Steve Box & Nick Park, vincitore dell'Oscar come miglior film d'animazione 2006. Il film è ricco di citazioni di ogni tipo, dall'omaggio al film King Kong a il più scontato Un lupo mannaro americano a Londra, passando per altri film horror disseminati nel secolo cinematografico precedente. L'atmosfera ottenuta dalla fusione tra l’antica tecnica della stop-motion e le nuove tecnologie elettroniche utilizzate in oltre 750 sequenze, è eccezionale. La nebbia (non di plastina ovviamente) le inquadrature "basse" di alcune situazioni, le case e le strade di una Londra antica (sembra quasi dell'800 in alcune situazioni) ed immaginaria creano una suspence all'altezza di un vero film horror. Il ritmo del film è discreto anche se la vera pecca di questa pellicola è proprio il plot in se per se. La storia dopo un po annoia, le trovate visive sono geniali ma la sceneggiatura della storia viene a mancare. Il film d'animazione dura solamente '95 minuti, francamente ci si aspettava qualcosa di più nell'evoluzione della storia. Non è un brutto film, ma addiruttra 1 Oscar francamente mi è sembrato esagerato (paragonato ad Il castell oerrante di Howl). Il primo minuto del film è una chicca da non perdere: con un passaggio sequenziale di tre o quattro pareti riusciamo a capire e vedere, attraverso dei quadri di foto appesi che ritraggono Wallace & Gromit, la loro vita quotidiana fino a quell'istante.
Nel complesso un film buono, con delle scene stupende e una sceneggiatura non troppo convincente. Da provare per gli appassionati di Stop-motion ed animazione o per una serata senza pretese.

Scheda Tecnica:

Titolo originale: Wallace & Gromit: the curse of the were-rabbit
Nazione: Regno Unito
Anno: 2005
Genere: Animazione
Durata: 94'
Regia: Steve Box, Nick Park


venerdì, marzo 17, 2006

Delicatessen




In un edificio da "ristrutturare", vive un bizzarro gruppo di condomini che cercano di tirare avanti per poter mangiare il loro pezzo di carne.
A "capo" dell'edificio c'è il macellaio Clapet, figura che incute timore ma divertente allo stesso tempo; taglienti le sue frasi pessimistiche sul futuro del mondo. Il macellaio assume un clown oramai finito a causa della morte del suo socio (una scimmia) per far riparare i difetti dello stabile, ma con il vero intento nascosto di ucciderlo e dar da mangiare a tutti i condomini, che pagano in sacchetti di legumi, oggetti o in "natura". Julie, innamoratasi di Louison, per salvarlo dal suo triste destino, trova aiuto in misteriosi trogloditi vegetariani, una genia di teppisti che vivono nel sottosuolo metropolitano, vestiti in modo originale, i quali sperano così di impossessarsi dei legumi del macellaio. Dopo curiosi e grotteschi avvenimenti, salvataggi errati e rocambolosche avventure tutto termina in un epilogo al limite del grottesco, come del resto tutto il film. Che Marc Caro è un disegnatore umorostico lo si capisce da molte cose: humor nero su tutte. Caratterizzazioni dei personaggi molto divertenti e strambe, dai fratelli Robert e Roger Kube dediti a fabbricare curiosi souvenir, all'isterica Aurore, la vogliosa Plusse, la famiglia Tapioca, i cui componenti (padre, madre, figli e nonna) sono sempre affamati; lo stralunato Potin, dedito all'allevamento di rane e lumache, la giovane violoncellista Julie figlia del macellaio e causa scatenante del cambiamento del condominio.
Ciò che ruota intorno al condominio non ha età, l'atmosfera è buia, giallastra, quasi seppiata da apprezzare il lavoro di Darius Khondji con una fotografia particolare e ben realizzata. Ciò che affascina di più è proprio l'atmosfera ed i colori del film, affiancati da un ottimo montaggio che non perde un colpo.
La psicologia degli inquilini dello stabile, la loro semplicità, i loro problemi, le manie, le debolezze...la pazzia "buona" sono i caratteri fondamentali di una sceneggiatura che a volte perde qualche colpo, ma che rimane tutto sommato buona. Il macellaio JEAN-CLAUDE DREYFUS offre una grande interpretazione, come del resto il clown DOMINIQUE PINON, eccentrico, strambo, divertente, grottesco, pagliaccio nella vita e nel lavoro. Sottotono l'interpretazione di Julie MARIE-LAURE DOUGNAC.
Un buon film, non un capolavoro, ma diverte in maniera differente, lontano dalle moderne banali commedie all'inglese. Il ritmo a metà pellicola cala per poi riprendersi nel finale. Sicuramente non un film d'azione, ma godibile.


Scheda Tecnica:

Titolo Film: DELICATESSEN
Anno: 1990
Durata: 95
Regia: MARC CARO & JEAN-PIERRE JEUNET
Attori:
PASCAL BENEZECH IL SIGNOR HOUY
DOMINIQUE PINON LOUISON
MARIE-LAURE DOUGNAC JULIE CLAPET
JEAN-CLAUDE DREYFUS IL MACELLAIO
KARIN VIARD LA SIGNORINA PLUSSE
TICKY HOLGADO IL SIGNOR TAPIOCA
ANNE MARIE PISANI LA SIGNORA TAPIOCA
BOBAM JANEVSKI REMI
MICHAEL TODDE LUCIEN
EDITH KER LA NONNA TAPIOCA
Sceneggiatura: GILLES ADRIEN - MARC CARO - JEAN PIERRE JEUNET
Fotografia: DARIUS KHONDJI
Musiche: CARLOS D'ALESSIO
Montaggio: HERVE' SCHNEID
Scenografia: MARC CARO

giovedì, marzo 02, 2006

Lady Vendetta



Terzo film che fa parte della trilogia del regista coreano Park Chan-Wook. Dopo aver visionato Old Boy, questo Lady Vendetta o Sympathy for lady Vengeance mi ha lasciato piacevolmente sorpreso. Le immagini sono belle (e non è più da tutti), la regia fluida senza intoppi, con delle inquadrature pulite, originali, ricercate, toccanti. Gli attori, soprattutto Lee Young-ae veramente all'altezza del ruolo. Sceneggiatura e montaggio, con i continui flashback, incastrati alla perfezione durante tutto il film.
Le protagoniste sono fondamentalmente due: la vendetta, ipotizzata, ricercata, bramata, ideata e pianificata e lei, Lee Young-ae, bella come il sole (levante) e dolcissima...ma pronto per attuare nei minimi dettagli il suo pensiero. La dolcezza della protagonista ci ricorda che non tutto quello che i nostri occhi vedono è poi ciò che realmente gli individui sono. Amore e vendetta, più che male e bene, si ritrovano a correre su binari paralleli. La dolcezza del viso della protagonista diventa un simbolo di "purezza" (vedi locandina) che ben si addice poi alla follia razionale della vendetta.
La femminilità e le donne sono la colonna portante di tutto il film, le amiche di Lee Geum-Ja, la figlia, le compagne di cella: gli uomini ne escono come "maschi", semplici, rozzi, pronti a soccombere in un modo o nell'altro.
Epilogo scioccante e "legalizzato" di una vendetta che arriva in modo inusuale e lascia lo spettatore a riflettere su un sentimento "scomodo" dell'essere umano.
Le musiche sono un'altra nota positiva della pellicola, azzeccatissime, per non parlare di un Vivaldi che fa coppia con tutta la sua "potenza" melodica con lei, Lady Vengeance; necessita un secondo ascolto dopo la visione del film.
Una nota piacevole: i titoli di testa tra i più belli visti negli ultimi anni.

La frase:

“Quando avevo 20 anni, e tu ne avevi 5,
ho rapito e ucciso un bambino di 5 anni…”


La trilogia:

"MR VENDETTA" (2002)
"OLD BOY" (2004)
"SYMPATHY FOR LADY VENGEANCE"(2005)

CONSIGLIO DI VEDERLO DIRETTAMENTE SENZA LEGGERE LA TRAMA!!!!

Geum-ja (Lee Young-ae), una bellissima ragazza che attira gli sguardi di tutti gli uomini che la circondano, diventa all’improvviso famosa per aver rapito e ucciso un bambino di cinque anni. Il suo arresto crea scalpore e il caso diventa una sorta di ossessione per i media.Dopo tredici anni di galera, durante i quali Geum-ja è una prigioniera modello e una grande lavoratrice (tanto da ottenere il soprannome di “ Geum-ja la dolce”), la ragazza viene liberata.“Geum-ja la dolce”, ad ogni modo, non è rimasta inattiva nei suoi anni di prigionia. Per tredici anni ha tramato vendetta contro il suo insegnante, Mr. Baek (Choi Min-sik), il principale responsabile del suo arresto. La sua dolcezza tra “le sbarre” le ha procurato molti amici e alleati, e quando Geum-ja esce di prigione, è pronta a mettere in azione il piano concepito con tanta meticolosità. Cosa è accaduto tra Geum-ja ed il suo insegnante tredici anni prima? Perché vuole vendicarsi? E come andrà a finire la sua sete di vendetta?